1.4.08

 

TSF - Mobilitazione il 2 aprile


Le lavoratrici e i lavoratori della società Tele Sistemi Ferroviari - TSF, che conta oltre 1500 persone e gestisce tutti i sistemi informativi del gruppo FS, sono in agitazione e hanno proclamato uno sciopero di 4 ore con presidio, sit in e volantinaggio davanti al Ministero dello Sviluppo Economico per il 2 aprile.

L’oggetto del contendere è la gara di vendita e assegnazione di TSF, ferma da mesi, che rischia di ridurre una delle società italiane di Information Technology più importanti in uno dei settori strategici per il nostro paese. Facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire cosa è successo in questi ultimi anni. Nel 1996 Ferrovie costituisce la società Tele Sistemi Ferroviari - TSF per gestire la propria divisione informatica. L’anno successivo Ferrovie, con una procedura di gara ad inviti, individua in Finsiel (gruppo Telecom) il partner informatico per la gestione di TSF, col 61 % delle azioni, stipulando poi un contratto di outsourcing decennale in esclusiva. Durante il decennio il prezzo delle tariffe viene ridotto in linea con i prezzi di mercato e la clausola di esclusiva viene abbandonata; malgrado ciò il fatturato di TSF cresce puntualmente ogni anno per l’incremento delle applicazioni e dei sistemi sviluppati e gestiti per conto delle diverse società del gruppo Ferrovie.

Nel 2005 però, il gruppo Finsiel viene venduto da Telecom al gruppo COS, di proprietà della famiglia Tripi. Nel giro di un anno la proprietà del 61% delle azioni di TSF viene assegnata alla società capogruppo Almaviva Spa. A partire dal gennaio 2007, scaduto il contratto decennale, TSF lavora in regime di proroga mentre Ferrovie elabora un bando di gara che prevede, tra i requisiti, l’acquisto del 100% delle azioni TSF per un importo pari a 107.500.000 Euro, la salvaguardia dei dipendenti di TSF e l’obbligo di non trasferire a terzi le azioni o l’azienda TSF per 2 anni dalla data di esecuzione del contratto.

La gara viene aggiudicata a Sirti SpA nell’ottobre del 2007 e Almaviva presenta ricorso al TAR che viene accolto nel dicembre dello stesso anno in quanto “gli impugnati atti contrassegnanti le operazioni di gara” sono stati eseguiti “senza il rispetto della pubblicità (…)”.

Il 4 marzo scorso il Consiglio di Stato conferma la sentenza del TAR che annullava l’aggiudicazione a Sirti della gara e il 17 marzo, scaduto il contratto di covendita (che vincolava Ferrovie e Almaviva a vendere le azioni TSF all’aggiudicatario della gara al prezzo stabilito di 107 mln di €), Almaviva riprende il possesso delle azioni e dei diritti connessi, compresa la gestione della cassa TSF per le esigenze del gruppo.

Le lavoratrici e i lavoratori evidenziano una serie di rischi per l’azienda, tra cui la paralisi delle attività con relativa perdita di professionalità e potenzialità di sviluppo; la possibile scissione di una solida unità industriale in due tronconi (Ferrovie e Almaviva) più deboli e meno qualificati; la possibile scelta di un modello ‘spezzatino’ che comprometterebbe l’unitarietà del servizio erogato e quindi la razionalità e le sinergie, anche economiche, che vengono invece offerte da un gestore/sviluppatore unico dei diversi prodotti e sistemi utilizzati.

Last but not least i problemi occupazionali di centinaia di famiglie italiane.

Sì, perché TSF è una una realtà industriale sana, unica del settore in Italia, ricca di professionalità e che dà lavoro a circa 1500, tra dipendenti diretti e dell’indotto. Le lavoratrici e i lavoratori, confederati, chiedono ad Almaviva e a Ferrovie di confermare in tempi rapidi un’impostazione della gara per i servizi informatici di ferrovie che sia analoga a quella già adottata nel 2007, al Ministero del Tesoro (in quanto azionista) e al Ministero dello Sviluppo Economico (in quanto regista delle politiche industriali del Paese) di organizzare immediatamente un incontro tra le parti che garantisca la rapidità e la correttezza procedurale della nuova gara; l’integrità dell’azienda TSF, evitando ogni ipotesi di frazionamento della gara stessa e i conseguenti rischi di spezzatino industriale; la salvaguardia occupazionale dell’intero bacino di lavoratrici e lavoratori che operano per Ferrovie nell’ambito delle attività oggetto della gara; il mantenimento di tutti gli attuali siti produttivi e assetti tecnologici, evitando qualsiasi tipo di esternalizzazione, terziarizzazione e processo di off sharing.

by Valentina Cosimati & RSU TSF



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