13.3.08

 

Giù le mani dal corpo delle donne


Servono pratiche di sviluppo capaci di liberare le donne anche gli uomini dalla povertà e dall’ingiustizia.


La vicepresidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini ha commentato con soddisfazione la relazione di Feleknas Uca sulla parità di genere e l’emancipazione femminile nella cooperazione allo sviluppo, all’ordine del giorno nella sessione plenaria del Parlamento Europeo del 13 marzo.

La deputata tedesca ha evocato questioni che non erano state trattate dalla comunicazione della Commissione quale la povertà delle donne, l’istruzione, la salute, la violenza contro le donne, il loro accesso alla proprietà e al lavoro, e la politica commerciale delle donne e dell’Unione Europea.

“Nella strategia aggiornata della Commissione Europea sono stati trattati temi importanti e suggerite misure concrete”, ha sostenuto Feleknas Uca, notando però che sulla questione della salute riproduttiva e dei diritti sessuali delle donne nei paesi in via di sviluppo “la gran parte degli emendamenti si preoccupano di sopprimere alcuni passaggi del rapporto che rivendicano il diritto per le donne di decidere del loro corpo e della loro vita in modo libero e indipendente”. La deputata tedesca ha inoltre sottolineato che fin tanto che le donne non potranno decidere liberamente del proprio corpo e della propria vita “la tradizione umanista e i valori condivisi sui quali l’Europa è costruita” non si tradurranno in realtà.

In Sessione Plenaria Luisa Morgantini ha lodato la Commissione “per avere presentato una comunicazione articolata che per la prima volta definisce una strategia europea per la parità di genere nella cooperazione allo sviluppo” affermando il diritto ad essere protagoniste e non vittime “della nostra vita e della nostra sessualità”.

La vice presidente ha sottolineato che è fondamentale per le donne decidere “in quale tipo di società vogliamo vivere, una società capace di affrontare e risolvere le discriminazioni, le ingiustizie, le violenze”.

Luisa Morgantini ha però criticato gli emendamenti presentati, in particolare da uomini, per la soppressione dei riferimenti alle strategie internazionali dal Cairo a Maputo sulla salute riproduttiva e sulla libera scelta delle donne alla procreazione. “Difendere la vita è sacrosanto, il diritto alla vita è pero’ – ha sottolineato - anche far si non vi siano esitazioni nel mettere in pratica politiche di sviluppo capaci di liberare le donne, ma anche gli uomini dalla povertà e dall’ingiustizia”.

by Valentina Cosimati
online @ Sole Rosso

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