29.6.07

 

Messiah Game, gioia dei sensi

Ieri l'ultima rappresentazione per lo spettacolo Messiah Game di Felix Ruckert, contestata rivisitazione della Passione di Cristo. Destra e cattolici ne avevano chiesto la censura per blasfemia. Nessuno di loro è però andato a vederlo.

Venezia - Uno spettacolo di danza con alcuni riferimenti ai temi centrali della cultura cristiana, con nudi e scene di sesso non particolarmente esplicite. Questo è Messiah Game di Felix Ruckert, lo spettacolo che ha scatenato polemiche, richieste di censura e di tagli di finanziamento alla Biennale Danza.

La performance è strutturata in quadri ispirati al Nuovo Testamento, con undici danzatori in scena e un lungo lavoro di preparazione alla base sull’improvvisazione in danza. Nessuno tra coloro che hanno contestato al coreografo di aver messo in scena una blasfemia è andato a vederlo e il pubblico più orientato a sinistra ha cercato di smorzare i toni. Il direttore della Biennale Danza Ismael Ivo aveva avvertito “chi si aspetta di vedere il demonio in scena sarà deluso. È uno spettacolo di danza”. Corpi in movimento per uno spettacolo ispirato ad episodi del Nuovo Testamento più simile al Jesus Christ Superstar che ad un atto di blasfemia. Non c’è abbastanza sesso per Tinto Brass, a cui lo spettacolo è piaciuto, e si tratta di “uno spettacolo da educande” per Massimo Cacciari, che spera che coloro che sono “ossessionati dal sesso si interessino di altri problemi più importanti”. L’evento è stato preceduto da un picchetto di irriducibili cattolici che cantavano l’Ave Maria e pregavano per salvare le anime di pubblico e artisti lì convenuti per assistere a quella che è stata definita un atto che offende la morale cattolica e la spiritualità.

Undici ballerini in scena ripercorrono le tappe che hanno portato alla crocifissione di Gesù e alla resurrezione. Si inizia con una scena d’insieme basata sull’improvvisazione della tecnica contact, prese acrobatiche, relazioni visive e corporee sul contatto tra i performers, luce abbagliante e musica molto forte. Si prosegue con una scena di combattimento che fa pensare alla street dance o alle lotte tribali, probabilmente vi sono dei riferimenti ad una lotta tra il bene e il male e alla tentazione ma non si riescono a cogliere dei riferimenti espliciti alla Bibbia. Le scene si susseguono con danzatori che esplorano i limiti estremi dei confini del corpo tra musiche e silenzi assordanti, luci sparate e neon gialli. Sul palco compare una donna nuda in trench di pelliccia bianco e tacchi a spillo seguita da un’altra danzatrice in hot pants neri senza scarpe e da personaggi di varia umanità. La donna in trench ricorda vagamente le immagini del crocefisso.

Così si arriva alla contestatissima scena dell’ultima cena con un parallelepipedo bianco luminoso per tavolo e un Cristo nero che sembra un dj newyorkese. Intorno a lui personaggi vestiti con stivali rosso fuoco, calze a rete, corpetti in latex si scatenano in danze provocanti, lui al centro sembra dirigere quest’orchestra di corpi in cerca di libertà.

Una grande festa per celebrare la vita, in cui Gesù è un guru del divertimento e della gioia di vivere. La scena cambia e ci si ritrova immersi in un’atmosfera molto simile al primo quadro con i danzatori vestiti di bianco, quasi a celebrare una sofferenza o una sessualità e una spiritualità ritrovate nella libertà del movimento di giovani danzatori. Il Cristo viene crocifisso e una performer si ritrova nuda (si alternano ogni sera) nel mezzo del palco, come su una croce, viene frustata da quelli che si trovano sul palco con lei. La scena è molto forte e ricorda le processioni dei flagellanti. Lo spettacolo si chiude tra due ventilatori, a ricordare la resurrezione dello spirito.

“Ho riletto il Nuovo Testamento per questo spettacolo – ha affermato il regista e coreografo Felix Ruckert – e sono rimasto estremamente sorpreso dalla quantità di riferimenti sensuali che vi sono nel Vangelo. Si mangia, ci sono riferimenti costanti al sangue, al vino, al corpo. Lo stesso lavaggio dei piedi è un atto di estrema sottomissione e molto rivoluzionario”.

by Valentina Cosimati
published on Liberazione del 29 giugno 2007 con in titolo Cala il sipario sul Gesù sadomaso. Ancora polemiche alla Biennale Danza

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