16.3.07

 

A Salonicco il documentario si scopre informazione attiva


Da oggi, e fino al 21 marzo, la nona edizione del festival internazionale. Focus dedicati ai diritti umani, bambini dimenticati, Asia e ambiente

“Il documentario è un atto politico ovvero un’azione di partecipazione alla vita pubblica nella pratica di un’informazione non convenzionale”. Così l’ideatore e direttore artistico Dimitri Eipides presenta la nona edizione del festival internazionale del documentario di Salonicco, dal 16 al 21 marzo nella città greca che per secoli è stata una porta di comunicazione tra Oriente e Occidente.

Il festival si apre con Dixie Chicks: Shut Up and Sing! di Barbara Kopple, cui è dedicata una retrospettiva, e presenta oltre 150 documentari, suddivisi in undici sezioni tra cui un focus permanente sull’Asia, un forum sui diritti umani e uno sull’ambiente.

L’inquinamento causato dallo sfruttamento delle risorse naturali e il ridisegno industriale dei paesaggi sono i temi centrali di Habitat, sezione dedicata all’ambiente. Gulf Stream, a River Under the Ocean di Nikos Koutsikas e Stephan Polle affronta la questione del riscaldamento del pianeta cercando di comprendere gli effetti di una possibile interruzione della Corrente del Golfo; Maquilapolis di Vicky Funari e Sergio De La Torre mette in luce le difficoltà delle operaie di Tijuana, che lavorano in condizioni di totale sfruttamento a stretto contatto con rifiuti tossici e la cui sussistenza è messa ulteriormente in pericolo dal basso costo della manodopera cinese. La Cina è al centro del canadese Manifactured Landscapes di Jenifer Baichwald, un viaggio al seguito del fotografo Edward Burtynsky alla scoperta di fabbriche e paesaggi umanamente modificati.

Il diritto internazionale, messo in pratica dall’attuale amministrazione statunitense con le guerre preventive e le prigioni per sospetti terroristi che violano un numero imprecisato di trattati e convenzioni internazionali, è invece al centro del forum sui diritti umani. Nikos Vezyrgiannis documenta l’inchiesta sulla rete internazionale venuta alla luce dopo il rapimento a Milano di Abu Omar con The Spider’s Web – Guantanamo Express, mentre Lars Feldballe Petersen con Crossing the Line mette in luce il meccanismo che fa ‘passare il segno’, ‘oltrepassare il limite di confine’ in situazioni di guerra in cui un essere umano ha potere di vita e di morte su un altro essere umano.

Lo sfruttamento criminale di tutto ciò che ci circonda è particolarmente evidente nelle storie dei bambini dimenticati raccontate nei documentari della sezione tematica Troubled Innocence.

Approfondimenti sulle produzioni greche, asiatiche e olandesi si alterneranno inoltre alle retrospettive su due registe americane decisamente anticonformiste, Barbara Kopple e Julia Reichert, da molti considerata la ‘madrina’ del cinema americano indipendente.

Il Festival internazionale del documentario di Salonicco si presenta anche quest’anno come una manifestazione di grande interesse per la produzione documentaristica che sappia mostrare la realtà da un’angolazione sempre differente per mettere in luce contraddizioni nascoste dai riflettori dell’informazione istituzionale, una piattaforma per l’informazione alternativa, molte volte censurata sui canali del democratico Occidente e che sempre più spesso trova visibilità sulle televisioni arabe e asiatiche.

by Valentina Cosimati
published on Liberazione del 16 marzo 2007

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