14.7.07

 

Àgua, in scena la tappa brasiliana del viaggio danzante di Pina Bausch


Ieri alla Fenice di Venezia la prima dello spettacolo firmato dalla coreografa tedesca


Venezia - Coinvolgenti e calde sensualità per Àgua (2001), tappa brasiliana del viaggio danzante di Pina Bausch intorno al mondo, in scena alla Fenice di Venezia fino a domenica 15 luglio. Lo stuck si inserisce all'interno del percorso iniziato a Roma nel 1986 con Viktor grazie a Maurizio Scaparro.

Massima interprete, insieme a Reinhild Hoffmann e Susanne Linke, del "genere" inventato dal suo maestro Kurt Jooss, Bausch ha elaborato un metodo di lavoro diventato ormai tradizionale nelle arti performative.

La coreografa tedesca osserva, ascolta, fa domande e poi raccoglie tutto il materiale di immagini, movimenti, parole ed emozioni per assemblarlo seguendo principi simili a quelli del montaggio dei film. Magrissima con lunghi capelli neri che le incorniciano un pallido viso, la ballerina parla con dolcezza, non ama concettualizzare il suo lavoro e racconta di essere sempre attratta dallo stesso inesauribile soggetto, la dimensione umana dell'amore. Àgua non fa eccezione, il 'pezzo' combina elementi tradizionali della sua produzione con suggestioni brasiliane.

Due performers entrano in scena mangiando frutti esotici ed emettendo versi che evocano la dolcezza di un amplesso, dietro di loro enormi foglie di palma mosse dal vento nelle immagini video di Peter Pabst. Una ballerina meticcia con un lungo vestito da sera si muove sinuosa come un raggio di sole riflesso sulle onde del mare, due uomini in nero entrano con veloci passaggi a terra. Variazioni di ritmo, una donna in abito rosso fuoco invade la scena, immagini di suonatori di tamburi e movimenti sempre più rapidi. Gli spettatori iniziano a perdersi in un vortice di passioni alla scoperta di un mondo fatto di sensualità tribale. Le calde note della musica brasiliana accompagnano una donna con abito lungo che sparisce dalla vista come una foglia di palma trasportata dal vento. Sale nuovamente il ritmo, un uomo e una donna si accendono come lampadine, illuminando il gioco della seduzione elettrica e calda con una consolle per giochi virtuali.

Primo intermezzo 'clownesco' con una performer che coinvolge il pubblico improvvisando improbabili previsioni meteo. Scene di perduti amori, prese acrobatiche e movimenti di insieme con sedie; lo schermo video si alza per lasciare spazio ad una foresta amazzonica e ad atmosfere più tribali. Aumenta la tensione, come in una trance che trasmette ai corpi degli spettatori vibrazioni a livello addominale. Lo 'spirito della foresta', un danzatore in blusa gialla e pantaloni neri, viene portato via su una cassa-armadio per lasciar spazio ad atmosfere da Cafe Muller in versione brasiliana. Si arriva all'intervallo tra il primo e il secondo atto con immagini video di uccelli in volo, divani bianchi e atmosfere lounge.

Lo spettacolo riprende con movimenti lenti e sinuosi per guidare il pubblico verso atmosfere e sensualità più lente che si alternano a momenti di humour in cui vengono messi alla berlina con leggerezza alcuni clichè sul corpo e sui rapporti di coppia.

Atmosfere da Grande Gatsby, giochi con le gonne e momenti di comicità portano verso il "finale bagnato" tipico di molti lavori di Pina Bausch. Sullo schermo scorrono le immagini di fiumi e cascate e i danzatori si spruzzano e lanciano acqua con la gioiosa allegria del gioco del teatro.

Standing ovation alla fine dello spettacolo per la gran dama del tanz-theater tedesco in questa unica messa in scena italiana di Àgua.

by Valentina Cosimati
published on Liberazione del 14 luglio 2007
photo credits: Francesco Carbone www.francescocarbone.com

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