22.6.07

 

Biennale danza, censura in nome della "libertà"
Prc: "Basta oscurantismo"

Il Patriarca Scola contro Messiah Game di Felix Ruckert
Gennaro Migliore: "A rischio la libertà d'espressione"


da Venezia

«È un clima di oscurantismo politico quello che ha reso possibile una tale eco alle dichiarazioni del Patriarca Scola». Così il capogruppo alla Camera di Rifondazione comunista, Gennaro Migliore, ha commentato le polemiche e le vicende intorno alla Biennale Danza che stanno infiammando il dibattito pubblico veneziano.

Da alcuni giorni nella città lagunare non si parla d'altro, tutti hanno un'opinione sulla Biennale Danza e l'argomento ha decisamente superato in popolarità persino le chiacchiere sul caldo torrido. Nei caffè, tra un cicchetto e uno spritz nei tipici "bacari" si accendono appassionate discussioni da tifoseria calcistica. Pro o contro la censura, favorevoli o contrari al tentativo di ingerenza del Patriarca nella programmazione artistica della Biennale?

Sulle pagine dei giornali cittadini, editorialisti e intellettuali si sfidano a colpi di penna per far valere le ragioni della libertà di espressione, tanto più nell'oasi veneziana, oppure per difendere le posizioni della morale comune. Oggetto del contendere è uno spettacolo del coreografo tedesco Felix Ruckert, Messiah Game , ispirato ad alcuni episodi della tradizione cristiana.

Di fronte alla notizia che la performance, già vietata a Strasburgo, sarebbe stata presentata a Venezia, la curia patriarcale ha dato in escandescenze e ha fatto appello al buon senso del Cda dell'istituzione, alle amministrazioni e a parlamentari dell'Udc e della Lega che hanno addirittura presentato delle interrogazioni parlamentari per vietare lo spettacolo.

Il direttore della Biennale Danza, Ismael Ivo, ha sostenuto a più riprese di essere contrario ad ogni forma di censura preventiva e ha affermato che la figura a lui più cara della cultura cristiana è quella associata alla Maria Maddalena.

«Macché censura preventiva - ci ha detto il Patriarca, cardinal Angelo Scola, durante la conferenza stampa al termine del convegno Oasis sull'importanza del dialogo tra fedi e culture - voglio solo che lo spettacolo venga tolto dal cartellone per ribadire la dimensione sociale della libertà. La mia non è censura - ha proseguito - e d'altronde non ho visto questo banale spettacolino e spero che nessuno lo vada a vedere. Sto solo ribadendo l'importanza e la bellezza degli insegnamenti di Gesù Cristo. Ma quale insegnamento diamo ai nostri ragazzi? Forniamo un'immagine di un'Europa debole, di degradazione degli altissimi insegnamenti cristiani».

La Biennale ha risposto compatta con un comunicato del Cda in cui si ribadisce la volontà di andare avanti con lo spettacolo e di non accettare alcuna censura.

«Il Consiglio d'amministrazione - si legge - valuta che lo spettacolo Messiah Game sia stato inserito nel programma dal direttore Ismael Ivo non per offendere, ma per completare un suo coerente percorso artistico triennale, apprezzato dal pubblico, dalla stampa e dalla critica, anche internazionale, e che - con le sue proposte - ha portato una vivacità nuova nel mondo della danza, inducendo a riflettere sugli stati d'animo legati alle tematiche del corpo nella società odierna. Le scelte del Cda - si legge più avanti - debbono conformarsi al primo scopo statutario della Biennale di Venezia, che è quello di assicurare piena libertà di idee e di forme espressive e di agevolare la libera partecipazione di tutti gli interessati alla vita artistica e culturale».

Il sindaco di Venezia Massimo Cacciari spiega di essere «d'accordo con il Patriarca Scola. È proprio per assicurare la dimensione sociale della libertà - ha affermato il sindaco, che è anche vicedirettore della Biennale di Venezia - che ho dato l'autorizzazione allo svolgimento dello spettacolo. Se la performance, che non ho ancora visto, sarà effettivamente così offensiva come sostiene il Patriarca, dichiarerò di essere d'accordo con il suo giudizio estetico, per me - ha concluso Massimo Cacciari - non è concepibile censurare».

Su un tono ancora più deciso Gennaro Migliore, che si è dichiarato «contrario ad ogni possibilità di censura, con la solita eccezione dell'istigazione alla violenza».

«Non mi rasserena il clima di oscurantismo in cui le dichiarazioni del Patriarca Scola hanno trovato ascolto; in un'altra condizione storica le sue parole sarebbero cadute nel vuoto, ma oggi nel nostro Paese c'è un decadimento del dibattito pubblico che pregiudica fortemente la libertà di espressione. Per quanto riguarda lo spettacolo, sarò felice di essere presente e di poter assistere a questa rappresentazione, chi non se la sente ha la libertà di non andare a vederlo».

Le associazioni cattoliche hanno sollevato la questione dei fondi pubblici, a cui Migliore risponde con una semplice osservazione. «I fondi pubblici vengono erogati in base a criteri di qualità e non di ingerenza della Chiesa. D'altronde io non vado a vedere molte delle rappresentazioni sacre finanziate a livello pubblico ma non per questo mi scaglio contro la messa in scena di tali spettacoli invocando in modo mistificatorio la dimensione sociale della libertà».

by Valentina Cosimati
published on Liberazione del 22 giugno 2007

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