3.6.08

 

ROMA (Reuters) - La proposta del governo Berlusconi di introdurre il reato di immigrazione clandestina è un esempio di politica repressiva e intollerante. E' quanto ha detto oggi l'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Louise Arbour.

"In Europa politiche repressive, come atteggiamenti xenofobi e intolleranti, contro l'immigrazione irregolare e minoranze indesiderate costituiscono grave preoccupazione. Esempi di queste politiche e di questi atteggiamenti sono rappresentati dalla recente decisione del governo italiano di criminalizzare l'immigrazione illegale e dai recenti attacchi contro insediamenti rom a Napoli e Milano", ha detto l'alto commissario uscente in un discorso al Consiglio dell'Onu sui diritti umani a Ginevra.

Lo scorso 21 maggio il Consiglio dei ministri ha approvato il "pacchetto sicurezza" che comprende un disegno di legge per l'introduzione del reato di immigrazione clandestina, con carcere da sei mesi a quattro anni.

Moniti sull'argomento sono arrivati anche dal Vaticano. Venerdì scorso il Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti ha detto in un documento che gli immigrati che lavorano, anche se clandestini, sono una risorsa per la società, e che lo stato italiano, nel dare un giro di vite sulla sicurezza, non dovrebbe rinunciare ai princìpi di accoglienza che lo hanno finora caratterizzato.

Oggi l'arcivescovo Agostino Marchetti, segretario del Pontificio consiglio, è tornato sulla questione dichiarando in un'intervista che il reato di immigrazione clandestina non può esistere.

Gli incendi di campi nomadi hanno attirato sull'Italia le critiche di esponenti del governo spagnolo e dell'Osce, e ha portato il Parlamento europeo a dedicare una seduta alla situazione dei rom nel nostro Paese.


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