11.9.07

 

Darfur Now, un film coraggioso per non dimenticare una tragedia

“La crisi in Darfur non può continuare, Harun deve essere fermato. Non è accettabile che la stessa persona responsabile delle uccisioni, degli stupri e delle persecuzioni sia al potere. Dal primo momento in cui abbiamo ricevuto la referral [segnalazione ufficiale, ndr] da parte del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sapevamo che quello del Darfur era il più importante e il più grave caso su cui stiamo indagando. Non possiamo fallire e la Corte Penale Internazionale sta facendo tutti gli sforzi possibili. Le vittime hanno delle aspettative nei nostri confronti che non vogliamo e non possiamo deludere. Stiamo lavorando moltissimo per garantire che ci sia giustizia per loro e per fermare quel meccanismo che si innesca quando una burocrazia diventa criminale.”

Con queste parole il Procuratore Capo della CPI ci ha introdotto Darfur Now! documentario sulla crisi in Sudan con la regia di Ted Braun e un ‘cast’ d’eccezione, presentato alla 32ma edizione del Toronto Film Festival, che si concluderà il 15 settembre. Il documentario racconta la storia di sei personaggi uniti da un obiettivo comune, fermare la crisi in Darfur. Luis Moreno Ocampo è rappresentato come un cavaliere senza macchia e senza paura invocato anche nelle canzoni della resistenza sudanese come colui che garantirà giustizia e riporterà la pace; Adam Sterling, direttore del Sudan Divestment Task Force, è il cittadino onesto e di sani principi che crede nella causa e si batte per un’azione concreta dalle strade di Los Angeles senza soldi ma con molta determinazione; Pablo Recalde, vice-direttore del WFP nel Darfur Occidentale, ogni giorno deve garantire gli aiuti umanitari a circa 700,000 persone; Ahmed Mohammed Abakar è il capo della popolazione di Hamadea che cerca di mantenere un equilibrio negli animi dei profughi; Hejewa Adam, la ribelle che si è unita alla resistenza contro il regime e spiega che ormai le donne devono fare tutto perché gli uomini sono stati uccisi; Don Cheadle, lo straordinario protagonista di Hotel Rwanda è la star che si lascia coinvolgere, un uomo come tanti, che agisce e riesce a convincere personaggi del calibro di George Clooney, Arnold Shwarzenegger e Hillary Clinton.

Vedere il Procuratore Capo della Corte Penale Internazionale al festival di Toronto, considerato un po’ il banco di prova per il mercato statunitense, fa un certo effetto, le domande affiorano alla mente e non si può fare a meno di pensare alle migliaia di persone silenziose che quotidianamente lavorano per la costruzione della pace nei luoghi della sofferenza.

"Non c’entro niente con il film – ci ha detto Moreno-Ocampo – l’idea non è mia ma sono contento di essere qui. Il Darfur chiede aiuto e non posso rimanere sordo a queste richieste. Da giovane ho combattuto contro la Junta nelle aule di tribunale e oggi non voglio e non posso lasciare che si ripeta quello che è accaduto nel mio paese. I responsabili della trasformazione di uno stato in una burocrazia criminale devono essere giudicati in tribunale. Le vittime chiedono giustizia”.


By Valentina Cosimati
published on Avvenire del 11 settembre 2007

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