10.10.07

 

L'Ontario vota, un test per il governo conservatore a rischio


La regione in mano ad una solida coalizione di centrosinistra, mentre il premier Harper guida guida un governo di minoranza. La prossima settimana, con l'annuale "Discorso del Trono" cercherà la fiducia su Afghanistan e risorse energetiche.

Nell'urna anche un referendum contro il maggioritario per un proporzionale misto che darebbe spazio a una sinistra sopra al 10%.

Toronto - Nelle strade, nei giardini, nei cortili e sui balconi dell’Ontario da alcuni giorni sono spuntati cartelloni colorati con volti e nomi dei candidati al governo provinciale. Sono volti familiari, di persone che si incontrano nei luoghi più affollati e con cui si può anche prendere un tè delle cinque. I candidati, insieme a gruppi di agguerritissimi volontari muniti di materiale informativo, liste di nomi e indirizzi, bussano ad ogni porta, si presentano agli elettori, parlano del programma e regalano cartelloni chiedendo di colorare la città in base all’orientamento politico.

Il Canada è il secondo paese al mondo per estensione geografica e la ‘provincia’ in questione è grande tre volte l’Italia ed è la più densamente popolata tra le dieci che compongono la Federazione. L'Ontario è sede del governo e di gran parte delle attività finanziarie, ed è qui che vengono prese molte delle decisioni che contano nella vita politica e istituzionale del Paese.

Fino ad oggi l’Ontario è governato dal liberale Dalton McGuinty, moderatamente di sinistra.
A sfidare la sua leadership ci sono il capo dell’opposizione, il conservatore John Tory; Howard Hampton, leader dell’NDP – New Democratic Party, la lista più vicina ai sindacati; e il verde Frank de Jong, su posizioni più vicine alla nostra sinistra radicale.

La Provincia canadese è oggi sotto una coalizione forte e stabile, di centro sinistra; mentre la Federazione è guidata da un ‘governo di minoranza’, che non si regge sulle proprie gambe ma che ha potere decisionale su questioni fondamentali quali l’ambiente, la politica estera e lo sfruttamento delle risorse.

Oggi i residenti dell’Ontario saranno chiamati anche a decidere sul sistema elettorale, che potrebbe passare dal maggioritario secco al sistema misto proporzionale. Il referendum non è uno strumento politico molto usato da questa parte dell’Atlantico - l’ultima consultazione a livello provinciale risale agli anni ’30 del secolo scorso e a livello nazionale ne sono state tenute solo tre dal 1898 – ma nel 2004 l’NDP aveva proposto di cambiare il sistema elettorale federale in senso proporzionale per evitare situazioni come quella attuale per cui il paese è nelle mani dei conservatori nonostante la maggioranza dei voti sia andata alle liste democratiche e di sinistra.

Il voto di oggi potrebbe essere uno scossone alla già debole coalizione di minoranza guidata dal conservatore Stephen Harper, eletto nel 2006 - alcuni sostengono con un forte aiuto da parte di George W. Bush che non poteva accettare un sostegno meno che assoluto in America del Nord, soprattutto da un paese centrale nelle alleanze economiche dell’area APEC e così ricco di risorse energetiche e petrolifere come il Canada.

Le voci di imminente caduta del governo in carica, infatti, si susseguono e proprio le elezioni in Ontario, a soli sei giorni dal Discorso del Trono in cui il premier chiederà la fiducia al Parlamento su questioni quali il mantenimento delle truppe in Afghanistan o la ‘svendita’ delle risorse energetiche agli USA, potrebbero fare la differenza.

Una vittoria schiacciante delle forze democratiche confermerebbe la debolezza del governo, rafforzerebbe l’opposizione e potrebbe portare ad una nuova consultazione a livello federale; il referendum, inoltre, può essere un momento molto importante per la comprensione dell’umore generale della provincia con il più alto numero di seggi e potrebbe essere il primo passo verso una generale riforma del sistema che oggi vede fuori dal Parlamento le forze più piccole ma con una consistente percentuale delle preferenze che spesso arrivano oltre il 10%.

Gli argomenti su cui si stanno confrontando i candidati provinciali in Ontario sono temi caldi in tutta la Federazione, in alcuni casi delle vere spine nel fianco di Harper. In primo piano ci sono l’ambiente, la sanità e il rispetto delle differenze nelle scuole.

I Conservatori avanzano delle proposte per favorire processi di privatizzazione del sistema sanitario, tradizionalmente pubblico e basato sul principio del diritto universale alla salute per tutti i cittadini, mentre da sinistra arrivano richieste per ridurre le tasse sulla salute per le persone con un reddito più basso.

Per quanto riguarda il sistema scolastico, la questione è abbastanza complessa: Liberali e Neodemocratici sono d’accordo nel mantenere lo status quo che vede le scuole laiche e cattoliche sovvenzionate dal governo; i Conservatori hanno chiesto l’estensione del finanziamento pubblico per gli istituti di tutte le fedi religiose, scatenando reazioni piuttosto accese; mentre i Verdi e i Comunisti si battono per una sostanziale laicizzazione e unificazione del sistema, con trasferimento alle scuole pubbliche dei fondi destinati a quelle cattoliche.

Per quanto riguarda l’ambiente, unione a sinistra per il rispetto del Trattato di Kyoto e per politiche locali da contrapporre all'inattività del governo centrale.

by Valentina Cosimati
published on Liberazione del 10 ottobre 2007

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