30.6.07

 

Biennale: dalle censure al ricatto dei tagli dei fondi


An chiede di tagliare i fondi alla Fondazione Biennale. Migliore: “Invece di chiedere i tagli di fondi alla Biennale che si aumentino i finanziamenti per la danza, la più bistrattata tra le forme di spettacolo dal vivo”


Venezia - Passata la tempesta per la messa in scena di Messiah Game, lo spettacolo di Felix Ruckert presentato alla Biennale Danza, la polemica si è spostata dalla censura al ricatto dell’erogazione dei fondi alla Fondazione La Biennale nel suo complesso. La Vicepresidente della Camera dei Deputati, Giorgia Meloni di AN, ha chiesto che i finanziamenti alla prestigiosa istituzione culturale vengano sospesi perché non è accettabile che un artista, con il beneplacet dei direttori artistici della Fondazione, “offenda il sentimento religioso del 90% degli italiani con denaro pubblico”.

“Certi politici farebbero meglio a frequentare di più i teatri e meno i salotti – ha commentato Gennaro Migliore – si renderebbero conto delle difficoltà oggettive che ci sono nel nostro paese per i lavoratori dello spettacolo. Tagliare i fondi ad una manifestazione come la Biennale, cosa che non si farà, è l’espressione drammatica di una torsione autoritaria in un preoccupante clima di oscurantismo”.

“Per essere laici – ha affermato l’On. Meloni - non dobbiamo sputare in faccia a quello in cui crediamo. Questo tentativo continuo di mancare di rispetto alle nostre tradizioni è una forma di dittatura del laicismo. Nessuno vuole tornare al potere temporale dei papi, ma questo non vuol dire rappresentare la Passione mancando di rispetto ai cattolici. Buttare il Cristo in un locale di lapdance offende la sensibilità di milioni di cattolici con i cui soldi si finanzia la Biennale. Nascondersi dietro un’idea astratta – ha proseguito Giorgia Meloni - di rispetto delle scelte artistiche in questo caso è inaccettabile. Io vorrei che Gennaro Migliore mi rispondesse sul perché è giusto sputare su Cristo ma è ingiusto che Calderoli indossi una maglietta considerata offensiva per i musulmani. Sono d’accordo sulla critica a Calderoli ma voglio che vengano rispettate le mie libertà individuali di credente. Non sono contraria – ci ha detto ancora l’On. Meloni – al nudo in teatro, d’altronde mi considero modernista e futurista e non bacchettona, ma le provocazioni le facessero con i loro soldi, non con quelli degli italiani. In nome dell’autonomia artistica qui stiamo arrivando ad una forma dittatura del laicismo per cui vengono rispettate tutte le differenze e le culture tranne quella cattolica e cristiana”.

Il Capogruppo alla Camera di Rifondazione Comunista rifiuta il paragone tra lo spettacolo Messiah Game e le vignette su Maometto riportate su una maglietta indossata dal leghista Roberto Calderoli, tristemente famoso per aver spruzzato disinfettante sui treni su cui avevano viaggiato alcuni cittadini stranieri. “Il paragone con la maglietta di Calderoli non è neanche da farsi – ha chiarito Gennaro Migliore. L’unica dittatura è quella che faceva bruciare i libri, vietare gli spettacoli, quella che cercava di far fuori gli artisti. Il tasso di virulenza polemica – afferma l’On. Migliore - dovrebbe essere indirizzata non a me ma all’opera. Ben venga la critica ad uno spettacolo che fa pensare e che vuole essere anche provocatorio, inaccettabile è il tentativo di imporre divieti, altrimenti torneremmo al minculpop e alla commissione di censura. Voler chiedere una censura o dei tagli è un’ossessione. Si faccia una critica, ben venga una stroncatura, si inviti a non andare a vedere lo spettacolo. Io stesso ho parlato male e invitato a non andare a vedere la Passione di Cristo di Mel Gibson ma non mi sono mai sognato di censurarlo o di non farlo circolare. Per quanto riguarda le richieste di tagli di fondi mi sembra che così si completi un quadro di paura. Anche Ermanno Olmi – ha ricordato - è stato accusato di blasfemia. È importante lasciare la cultura libera di esprimersi, altrimenti si crea un clima di conformismo moralista. La discussione è sulla legittimità di certe forme di espressione artistica che di volta in volta vengono messe all’indice. Il ricatto sui finanziamenti è molto pericoloso e inaccettabile soprattutto se si parla di uno spettacolo di danza, che anzi è anche poco finanziata. Si dovrebbe sostenere al massimo la possibilità di fruire delle opere più interessanti che sappiano far discutere, anche ripensando il sistema di finanziamenti per la produzione e distribuzione dello spettacolo dal vivo. Dovremmo almeno triplicare i finanziamenti sulla danza. La Biennale deve essere sostenuta, è fondamentale che il nostro paese si avvicini a standard di paesi come la Germania e la Francia, creando degli spazi per la ricerca, la formazione e la produzione artistica di qualità, che sappia anche stimolare dibattiti”.

Ieri intanto si è dimesso Roberto Quaglia, direttore amministrativo dei settori Arte e Danza, Musica, Teatro, concludendo così il percorso iniziato in aprile dopo i contrasti con il direttore artistico di Biennale Arte Robert Storr. La Biennale per ora non commenta quello che viene definito un atto amministrativo a seguito di carteggi interni.

by Valentina Cosimati

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