8.3.07
“Amore criminale”, cronache di sangue tra le mura di casa
Storie di donne uccise da uomini che sostenevano di amarle.
A partire da sabato, e per sei settimane, in seconda serata su Raitre
“In Italia ogni tre giorni una donna viene uccisa per mano di un uomo, spesso il colpevole è la stessa persona che sostiene di amarla alla follia. Si tratta di passioni che sfociano nell’orrore della distruzione, dell’annientamento fisico e psicologico dell’altro”. Così gli autori Matilde D’Errico, Maurizio Iannelli, e Luciano Palmerino presentano Amore Criminale, il nuovo programma in onda su RaiTre per sei settimane alle 23.35 a partire da sabato 10 marzo.
Camila Raznovich, la piccola e combattiva presentatrice di MTV che ha affrontato in modo impertinente tematiche quali la sessualità, l’HIV narrerà le storie di alcune donne la cui esistenza si è conclusa nella banalità della violenza omicida.
“Le vicende che presentiamo – racconta l’autrice e regista Matilde D’Errico – sono quelle di sei donne italiane che sono state uccise dall’uomo che sosteneva di amarle oltre ogni limite”. Sei casi emblematici, che fotografano la realtà delle violenze consumate all’interno delle mura di casa, nell’intimità di un rapporto.
Nella maggior parte dei casi di cronaca nera, infatti, sono proprio i mariti e gli amanti ad uccidere e la motivazione è spesso legata all’idea del possesso della donna. ‘Se non sarai mia non potrai essere di nessun altro’ è il movente più frequente per questo tipo di crimini.
Gli omicidi hanno inoltre una caratteristica di trasversalità allarmante. “Non importa – spiega l’autrice - la classe sociale o il luogo di provenienza: queste donne sono, nella visione degli assassini, degli oggetti di proprietà da cui non è possibile separarsi per nessun motivo e i crimini, che sono spesso anche degli omicidi-suicidi, di solito vengono commessi con il coltello.
Nella maggioranza dei casi le vittime vengono fatte a pezzi, il loro corpo viene massacrato e distrutto nella negazione più assoluta della vita e dell’amore”.
Troppo spesso capita (nel 90% dei casi, secondo le stime rivelate dall’ISTAT) che le donne non denuncino le violenze subite e a volte quando decidono di chiedere aiuto è troppo tardi, la risposta delle istituzioni è troppo debole e il meccanismo che fa trasformare un uomo in assassino è già scattato.
“Le case di accoglienza per donne vittime di violenza sono poche e, nonostante l’abolizione del delitto d’onore, questi casi – spiegano gli autori – vengono celebrati con rito abbreviato, che prevede uno sconto sulla pena per il reo confesso, per cui le condanne variano da un un massimo di 30 ad un minimo di 10 anni di reclusione. Amore Criminale mette in luce proprio questo aspetto in ombra della trasversalità e universalità della violenza ed in particolare di quella sulle donne. Abbiamo presentato storie vere che spaziano dall’omicidio avvenuto dopo appena tre mesi di ‘amore’, come nel caso della ventinovenne giornalista televisiva Maria Rosaria Sessa, a quello che avviene dopo 25 anni di matrimonio, come per Rosa Angiulli”.
Alle vicende italiane vengono associati anche casi internazionali che hanno fatto particolarmente scalpore, come quelli di OJ Simpson, di Marie Trintignant e di Nancy Spungen, la compagna di Sid Vicious.
Fama, ricchezza e latitudine non cambiano il fatto che la donna ancora oggi sia considerata un oggetto senza identità propria, un qualcosa da possedere se necessario con la forza e la violenza, una proprietà che in quanto tale non può decidere autonomamente di andarsene o più semplicemente di vivere la propria vita autonomamente.
Si tratta di una negazione di libertà che esclude ogni possibilità di amore e che si esprime nella reificazione dell’altro, un dramma quotidiano per milioni di donne e uomini.
Per evidenziare proprio la banalità di queste violenze, gli autori e i registi di Amore Criminale hanno svolto un lavoro di ricerca sul linguaggio per ricreare quel senso di familiarità tipico delle schede di approfondimento sulla cronaca nera dei telegiornali italiani mediante l’utilizzo di foto, interviste ai familiari e filmati d’archivio.
by Valentina Cosimati
published on Liberazione del 8 marzo 2007
A partire da sabato, e per sei settimane, in seconda serata su Raitre
“In Italia ogni tre giorni una donna viene uccisa per mano di un uomo, spesso il colpevole è la stessa persona che sostiene di amarla alla follia. Si tratta di passioni che sfociano nell’orrore della distruzione, dell’annientamento fisico e psicologico dell’altro”. Così gli autori Matilde D’Errico, Maurizio Iannelli, e Luciano Palmerino presentano Amore Criminale, il nuovo programma in onda su RaiTre per sei settimane alle 23.35 a partire da sabato 10 marzo.
Camila Raznovich, la piccola e combattiva presentatrice di MTV che ha affrontato in modo impertinente tematiche quali la sessualità, l’HIV narrerà le storie di alcune donne la cui esistenza si è conclusa nella banalità della violenza omicida.
“Le vicende che presentiamo – racconta l’autrice e regista Matilde D’Errico – sono quelle di sei donne italiane che sono state uccise dall’uomo che sosteneva di amarle oltre ogni limite”. Sei casi emblematici, che fotografano la realtà delle violenze consumate all’interno delle mura di casa, nell’intimità di un rapporto.
Nella maggior parte dei casi di cronaca nera, infatti, sono proprio i mariti e gli amanti ad uccidere e la motivazione è spesso legata all’idea del possesso della donna. ‘Se non sarai mia non potrai essere di nessun altro’ è il movente più frequente per questo tipo di crimini.
Gli omicidi hanno inoltre una caratteristica di trasversalità allarmante. “Non importa – spiega l’autrice - la classe sociale o il luogo di provenienza: queste donne sono, nella visione degli assassini, degli oggetti di proprietà da cui non è possibile separarsi per nessun motivo e i crimini, che sono spesso anche degli omicidi-suicidi, di solito vengono commessi con il coltello.
Nella maggioranza dei casi le vittime vengono fatte a pezzi, il loro corpo viene massacrato e distrutto nella negazione più assoluta della vita e dell’amore”.
Troppo spesso capita (nel 90% dei casi, secondo le stime rivelate dall’ISTAT) che le donne non denuncino le violenze subite e a volte quando decidono di chiedere aiuto è troppo tardi, la risposta delle istituzioni è troppo debole e il meccanismo che fa trasformare un uomo in assassino è già scattato.
“Le case di accoglienza per donne vittime di violenza sono poche e, nonostante l’abolizione del delitto d’onore, questi casi – spiegano gli autori – vengono celebrati con rito abbreviato, che prevede uno sconto sulla pena per il reo confesso, per cui le condanne variano da un un massimo di 30 ad un minimo di 10 anni di reclusione. Amore Criminale mette in luce proprio questo aspetto in ombra della trasversalità e universalità della violenza ed in particolare di quella sulle donne. Abbiamo presentato storie vere che spaziano dall’omicidio avvenuto dopo appena tre mesi di ‘amore’, come nel caso della ventinovenne giornalista televisiva Maria Rosaria Sessa, a quello che avviene dopo 25 anni di matrimonio, come per Rosa Angiulli”.
Alle vicende italiane vengono associati anche casi internazionali che hanno fatto particolarmente scalpore, come quelli di OJ Simpson, di Marie Trintignant e di Nancy Spungen, la compagna di Sid Vicious.
Fama, ricchezza e latitudine non cambiano il fatto che la donna ancora oggi sia considerata un oggetto senza identità propria, un qualcosa da possedere se necessario con la forza e la violenza, una proprietà che in quanto tale non può decidere autonomamente di andarsene o più semplicemente di vivere la propria vita autonomamente.
Si tratta di una negazione di libertà che esclude ogni possibilità di amore e che si esprime nella reificazione dell’altro, un dramma quotidiano per milioni di donne e uomini.
Per evidenziare proprio la banalità di queste violenze, gli autori e i registi di Amore Criminale hanno svolto un lavoro di ricerca sul linguaggio per ricreare quel senso di familiarità tipico delle schede di approfondimento sulla cronaca nera dei telegiornali italiani mediante l’utilizzo di foto, interviste ai familiari e filmati d’archivio.
by Valentina Cosimati
published on Liberazione del 8 marzo 2007
Etichette: articles