7.12.06

 

Naufraghi senza nome. A Roma l'omaggio di Corsetti e Barbieri

All'Auditorium la tragedia di "Portopalo"

In scena all’Auditorium di Roma una delle grandi tragedie dimenticate del Mediterraneo per riflettere sulla questione dell’immigrazione in Europa, un sogno che per molti si infrange contro realtà dure di sfruttamento e schiavitù, a volte prima ancora di toccare il suolo europeo contro gli scogli delle coste mediterranee.

Giorgio Barberio Corsetti e Guido Barbieri raccontano proprio una storia di sogni infranti, quella di un peschereccio come tanti, carico di persone provenienti da India, Pakistan, Sri Lanka che la notte del 25 dicembre di dieci anni fa è andato a picco a poche miglia dalla costa siciliana.

Portopalo – Nomi, su tombe senza corpi, in prima assoluta all’Auditorium di Roma dal 7 al 9 dicembre è un momento di riflessione, un saluto ed un omaggio alla memoria delle vittime di una delle più gravi tragedie mediterranee legate all’immigrazione. I 283 naufraghi sono ancora sotto il mare, i loro corpi non sono stati recuperati nonostante il costo dell’operazione si aggirasse all’epoca intorno al miliardo di lire. Il peschereccio di 16 metri su cui erano imbarcati è sepolto ad una profondità di 107 metri, a futura memoria.

Lo spettacolo, prodotto dalla Fondazione Musica per Roma e da Romaeuropa 2006, è frutto di un viaggio alla ricerca delle identità perdute di queste persone. Giorgio Barberio Corsetti, Guido Barbieri, Riccardo Nova, Paolo Pisanelli e Oscar Pizzo hanno percorso a ritroso le tappe dei migranti, registrando immagini, voci, racconti e canti delle famiglie delle vittime. Da Portopalo a Malta, da dove è partita la piccola imbarcazione, fino ai paesi di origine dei naufraghi per ridare un corpo a quei morti che non hanno volto e non hanno nome. Uno spettacolo duro, in cui il video si intreccia con i ricordi e le azioni sceniche, portando lo spettatore sotto il mare, ad ascoltare le storie di persone che sono state cancellate dalle cronache.

Una storia mediterranea in cui la tragedia si intreccia con l’incanto del racconto e le musiche di terre lontane. I suoni dell’ensemble di musicisti coordinati da Riccardo Nova provenienti dai paesi di origine dei naufraghi si mescolano con le testimonianze dal vivo di Salvatore Lupo, il pescatore di Portopalo che ha avuto il coraggio di rompere il muro di silenzio intorno a questa vicenda, di Giovanni Maria Bellu, il giornalista che ha scoperto il relitto del peschereccio, del rappresentante dell’Associazione delle vittime Shabir Mohammad Khane e di due sopravvissuti al naufragio, Shahab Ahmad e Mohammad Afzal.

Giorgio Barberio Corsetti, consulente per la danza e il teatro dell’Auditorium di Roma, è da molti considerato uno dei resgisti più importanti del teatro di ricerca in Italia. Fondatore del gruppo La Gaia Scienza, per anni il suo nome è stato associato a quello del gruppo milanese di ricerca su arti performative e nuove tecnologie Studio Azzurro.

Ha sempre guardato il mondo in modo non convenzionale e con Portopalo – Nomi, su tombe senza corpi punta i riflettori su una tragedia che deve far ricordare che dal 1994 ad oggi in Europa le vittime documentate dell’emigrazione sono più di settemila, ventimila quelle realisticamente presunte.

by Valentina Cosimati
pubblicato su Liberazione del 7 dicembre 2006

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