20.6.07

 

L'incanto dei corpi all'incanto

Il grande coreografo Ismael Ivo dice addio alla direzione della Biennale danza veneziana "mettendo in vendita" i suoi danzatori nello spettacolo "Il mercato del corpo". E ci fa un bilancio del suo triennio

Venezia - «L'incanto dei corpi che vengono messi all'incanto, sogni che diventano realtà, basta pagare. Questa è l'asta dei desideri, si parte da una base di 30 euro per uno spettacolo di arte unico in una camera d'albergo, in un dialogo irripetibile tra spettatore e oggetto del desiderio artistico. Tutti hanno un prezzo, anche i sogni».

Così una appassionata Rosanna Cancellieri, accompagnata da un felino Ismael Ivo e da una dominatrix d'eccezione, invita gli astanti a pagare per una performance privata in camera d'albergo con uno dei sette artisti che rappresentano differenti forme di immaginario erotico. Il mercato del corpo è il provocatorio spettacolo con cui Ismael Ivo ha concluso il suo triennio di direzione della Biennale Danza.
Prima di entrare nell'asta vera e propria, gli spettatori si accalcano davanti ad un insolito buffet con una bellissima donna sdraiata sul tavolo, circondata e ricoperta da frutti esotici (Giulia Sartor), a lume di torce e candele si viene poi introdotti nella lussuosa sala di un interno veneziano, dove viene offerto del vino e si comincia.
Al miglior offerente andrà uno dei sette pezzi unici che si esibirà in forma privata, una ballerina-geisha (Yui Kawaguchi); una geerewol, cantante-danzatrice africana (Twana Rhodes); un biondo angelo caduto su un cubo di discoteca (Sebastian Corsten); un ballerino di flamenco (Miguelete); una danzatrice del ventre (Abeer Will); una dominatrix (Michela Lucenti); e un Dioniso nerissimo (Ismael Ivo).
Con questa performance Ismael Ivo ha voluto chiudere con ironia il triennio di direzione artistica della Biennale Danza, sul tema Eros e Corpo.

Come è stata questa esperienza con la Biennale?

Il triennio alla Biennale è stata un'esperienza molto importante, ho cercato di sviluppare un discorso organico invece di creare una vetrina di compagnie. Per me la Biennale di Venezia è una finestra sull'arte del futuro, per cui ho deciso di creare una biennale del corpo che sappia provocare e porsi come uno specchio del tempo. Ho iniziato con "Il corpo all'attacco", su come il corpo è influenzato nella società all'interno del suo ambiente. Oggi la comunicazione diretta tra esseri umani è rara, comunicare è facile e veloce ma il mondo globale ha lasciato il corpo e l'uomo sociale più isolato di prima. Ovunque si percepisce un senso di vuoto e di isolamento. Il secondo capitolo di questa avventura è "Underskin- sottopelle" per capire cosa stiamo facendo con il nostro corpo oggi; è stato strutturato come una discussione aperta tra coreografi, scienziati, medici. Paradossalmente oggi si potrebbe dire: "Mi piace la tua faccia, quanto costa?"; si possono comprare su internet organi umani, stiamo vivendo in una macelleria e lentamente stiamo diventando androidi desensibilizzati. Per me era importante porre il danzatore a confronto con queste questioni. L'ultimo anno è la chiusura dell'idea del festival, ma devo ammettere che non pensavo che oggi il tema dell'eros fosse così disturbante e provocatorio. Nella società dei consumi si consuma tutto, senza misura, compriamo tutto, il corpo, l'eros, l'arte. Si vuole comprare l'immagine di un angelo caduto senza ali, oppure un detergente per pulire un pavimento in modo più sexy. Ma quando è la danza a confrontarsi con questi temi, torna il pudore, riaffiora la morale.

Secondo lei, siamo talmente anestetizzati da aver perso la capacità di provare dei sentimenti?

Siamo anestetizzati di fronte alle emozioni, abbiamo scordato che l'eros e la sensualità sono collegati al senso più profondo della vita. L'eros è tra l'origine e la vita. Noi umani siamo lì, con tutta la possibilità di non essere perfetti, con la bellezza del nostro essere un caos di emozioni e contraddizioni. Oggi si fa sesso via internet, riprendere la possibilità di vivere l'eros è quasi un bisogno primario per questa società.

Per lei la danza è un atto politico?

Siamo di fronte ad una mercificazione del corpo, dell'anima e dell'arte spaventosa, ma la danza può essere un momento di riflessione altissima sulla società. Il nostro primo limite e il nostro primo confine è il corpo, sono i nostri sensi. L'interazione con gli altri nasce prima di tutto dal corpo, ma oggi il corpo umano è vuoto e bisogna riempirlo di emozioni. È fondamentale riscoprire l'amore e l'eros.

C'è un momento in cui l'eros diventa pornografia?

La pornografia è la deturpazione del dio Eros. E' quanto di più lontano vi sia dalla meraviglia dell'erotismo e della vita.

by Valentina Cosimati
Published on Liberazione del 20 giugno 2007

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