11.10.07

 

Elezioni in Ontario: storica vittoria dei Liberali


Dalton McGuinty confermato premier dell’Ontario, con un ampio margine di seggi rispetto ai 54 necessari per la vittoria, una data storica nella politica della Provincia canadese, che per la prima volta in 70 anni rinnova pienamente la fiducia al governo liberale.

Una grande vittoria per la sinistra, con un netto guadagno di voti ma la lista dei Verdi non ottiene seggi, nonostante abbia ricevuto più dell’8% delle preferenze, un risultato decisamente rilevante se confrontato con quello delle scorse elezioni (poco più del 2%).

Il referendum sulla riforma elettorale è stato bocciato con oltre il 60% dei contrari e rimane il sistema maggioritario secco, anche se i cittadini nei ridings più urbanizzati e culturalmente vivaci di Toronto hanno votato sì, pochi i favorevoli a Ottawa, la capitale canadese.

I Liberali hanno vinto con oltre il 40% dei voti e 71 seggi, i Conservatori di John Tory ottengono il 31% delle preferenze e 26 seggi, l’NDP di Howard Hampton ottiene 10 seggi con il 16.9% dei voti, nulla di fatto per i Verdi guidati da Frank de Jong.

Rispetto alle elezioni del 2003 i Liberali perdono un seggio e il 4% delle preferenze, i Conservatori guadagnano un seggio e perdono più del 3% dei consensi, l’NDP ottiene 4 seggi in più e perde il 2% dei consensi, il 6% in più ottenuto dai Verdi non porta seggi ma è un dato da osservare soprattutto per i temi della campagna elettorale.

Gli analisti più vicini all’area conservatrice attribuiscono la sconfitta di Tory alla proposta per l’estensione dei finanziamenti alle scuole di tutte le confessioni religiose, questione che si limita alla sfera provinciale, mentre le analisi dei corrispondenti con il cuore a sinistra tendono a mettere in luce che per la prima volta in oltre mezzo secolo il centro-sinistra è stato confermato vincente, con risultati importanti anche per le forze della sinistra radicale.

Guardando i temi della campagna e tenendo in considerazione i voti ottenuti dai Verdi, rimane forte la sensazione che gli elettori dell’Ontario abbiano anche voluto dare un chiaro segnale all’attuale governo federale. Dal quartier generale di Harper per ora non ci sono commenti sulla possibilità di un voto anticipato, anche se si tende a far passare l’idea che il leader provinciale Tory abbia condotto una campagna elettorale non particolarmente attenta.

C’è da dire che Tory era stato indicato da Harper come “il futuro premier dell’Ontario” e i conservatori hanno cercato di raccogliere consensi nel mondo dell’arte, tra le comunità religiose e GLBT, mostrando il volto più ‘open minded’ del partito, ma la storica doppia vittoria consecutiva dei liberali e il crescente consenso per le liste di sinistra non lascia molto spazio a dubbi sulle preferenze in Ontario.

L’attuale premier dovrà tenere in considerazione che una parte consistente dell’elettorato canadese non è d’accordo con le posizioni del partito conservatore. Harper potrebbe smussare alcune posizioni che non sono piaciute da questa parte dell’Atlantico e dover ripensare il suo discorso del Trono.

Anche tenendo in considerazione che alla Camera la sua lista ha 124 seggi, contro i 103 dei Liberali, i 29 dell’NDP e i 51 del Bloc Québécois, il cui leader Gilles Duceppe ha già dettato le condizioni per la fiducia, Harper non potrà ignorare le insoddisfazioni dei canadesi su alcune questioni. Duceppe ha posto come conditio sine qua non per la fiducia del 16 il ritiro delle truppe dall’Afghanistan dopo il 2009 e il rispetto del trattato di Kyoto.

Il sostegno quasi incondizionato del Premier federale a George W. Bush non è particolarmente ben visto dai canadesi e la questione Afghanistan rimane un tema piuttosto caldo.

Un altro dato che i canadesi non hanno apprezzato è stata l’ondata di arresti spettacolari a sospetti terroristi dello scorso anno. Alcuni dei processi preliminari a porte chiuse si stanno svolgendo in queste settimane e sugli schermi dei notiziari non è difficile vedere commoventi immagini della moglie di uno dei sospetti, una donna con bambini che indossa il niqab (il burqa con mani e occhi scoperti) e parla con le lacrime che inondano dolci e sperduti occhi azzurri delle difficoltà che è costretta ad affrontare come donna musulmana in occidente.

Immagini che ai canadesi ricordano immediatamente gli orrori dei centri di detenzione illegali USA, inaccettabili per i cittadini di un paese che vede nel rispetto delle differenze e nel multiculturalismo la sua forza. Dopo la storica consecutiva vittoria del centro-sinistra alle elezioni in Ontario se Harper vorrà rimanere al potere dovrà forse riconsiderare anche le posizioni espresse a Sydney nei recenti incontri sull’ambiente con i leader dell’area asiatico-pacifica, in particolare per quanto riguarda l’ambiente.

by Valentina Cosimati

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