28.6.07
Biennale, lo scandalo del Messiah
L'elzeviro
Venezia - «Noi dobbiamo contribuire a svelenire un clima che è costantemente aizzato da culture repressive e reazionarie. Difendendo la libertà di espressione difendiamo la libertà di tutti. L'intento offensivo è solo nella testa di coloro che credono che si debba riprodurre la cultura regressiva e la conformità dei modelli reazionari». Così il capogruppo alla Camera di Rifondazione Comunista Gennaro Migliore commenta le polemiche che si sono scatenate intorno alla messa in scena di uno spettacolo alla Biennale Danza.
«Porcate da guardoni», «oscenità in luogo pubblico», «gravissimo attentato contro i milioni di Cattolici italiani, ma soprattutto contro la divina Persona del Santissimo Salvatore», «etnocidio», «blasfemia che si vuol far passare come arte», «spettacolo osceno e anticattolico», sono solo alcuni dei commenti a Messiah Game del provocatorio coreografo tedesco Felix Ruckert, che ha scatenato le richieste di censura preventiva da parte di vari soggetti della Cdl.
Alcune associazioni cattoliche hanno chiesto che venisse imposta la scomunica, il Patriarca di Venezia ha ribadito in più occasioni che si sarebbe mosso per evitare la messa in scena dello spettacolo, affinché venisse rispettata la "dimensione sociale della libertà".
«Questo spettacolo "non s'ha da fare" - ci ha detto Piergiorgio Stiffoni, il senatore della Lega Nord che ha presentato un'interrogazione parlamentare al Ministro Francesco Rutelli per vietare lo spettacolo in questione - perché si tratta solo oscenità in luogo pubblico e nient'altro che vilipendio criminale della religione cattolica».
Luca Volonté dell'Udc ha parlato di blasfemia intenzionale tesa ad offendere i cristiani e i cattolici «come fa a non esserci disprezzo della cultura cattolica - ci ha detto Volonté - se un regista rappresenta l'ultima cena con immagini pornografiche?».
La federazione di Venezia e i gruppi consiliari comunale e regionale di Rifondazione hanno lanciato un appello affinché sia «assicurata la concreta partecipazione di tutti alla vita artistica e culturale» ribadendo la «necessità di estendere questa fondamentale libertà a tutti».
Durante la conferenza stampa di presentazione dello spettacolo, una delegazione di Lega, UdC, Alleanza Nazionale ha distribuito un volantino annunciando azioni di protesta a sorpresa.
La sorpresa intanto l'ha fatta il direttore della Biennale Danza Ismael Ivo andando a stringer le mani ai contestatori, presentandosi con estremo garbo e con una grazia che li ha lasciati un po' stupiti. Il dibattito nella sala stampa sembra sospendersi per qualche istante mentre il nerissimo direttore della Biennale Danza, entrato nell'occhio del ciclone con questa quinta edizione dedicata al tema Eros e Corpo, dà il benvenuto ai contestatori prima di lanciarsi in un appassionato discorso sulla libertà. «Negare la visione, bruciare libri, è il primo passo verso il rogo delle persone. L'arte - ha affermato Ismael Ivo - è la cucina della libertà, attraverso di essa si può rivedere e rivalutare la cosa più bella che c'è tra noi in quanto umani. Sfortunatamente questo mondo non è perfetto ed è importante aprire ogni volta un confronto e una discussione, lasciamo che l’arte sia uno specchio del tempo. Il corpo in questo momento è un grande tabù. C’è una mercificazione del sesso ma l’eros e la ricerca più alta della spiritualità attraverso la danza, espressione di poesia in movimento, fanno paura, spaventano. Io spero che questo spettacolo sia un momento di confronto per tutti, nel rispetto più assoluto delle differenze».
«Per quanto ci riguarda - ha commentato Migliore - si può anche criticare ma richiedere la censura rappresenta la frattura evidente tra una certa politica e la società. Posso capire che qualcuno possa sentirsi anche offeso, ma da qui a chiedere la censura c'è un abisso. Se così fosse, saremmo in uno stato confessionale non laico. Per fortuna - ha proseguito il capogruppo alla Camera di Rifondazione - non abbiamo stati confessionali in cui la religione si traduce in legge e questo dovrebbe essere visto da tutti come un dato positivo. La ricerca espressiva nella danza è molto profonda e attraverso l'espressione che vede nel corpo teso verso il raggiungimento del sublime l'espressione massima della produzione artistica. C'è un lucido pensiero reazionario - ha spiegato Migliore - nelle posizioni espresse da Scola e dalla gerarchia ecclesiale, che riflettono una chiara volontà di tornare ad un tempo in cui il corpo era identificato con il "peccato". Dopo tanti secoli di mortificazione del corpo, ed in particolare di quello della donna, non si può tornare indietro e cercare di attuare un controllo sull'eros. Scola è propugnatore di una cultura reazionaria di chiusura estrema nei confronti delle libertà individuali tanto sul terreno dell'espressione artistica che su quello sociale e politico. Si vuole esercitare - ha chiarito Gennaro Migliore - un controllo sul corpo delle donne con la legge 40 e con tutte le pratiche che riguardano la contraccezione, con la regolamentazione delle unioni civili e dell'interruzione di gravidanza. Questa polemica è espressione di un pensiero politico culturale organizzato che tende a farsi valere in una società ormai ampiamente secolarizzata. E poi spero davvero che di spettacoli di questo tipo ce ne sia sempre di più, perché la vera mortificazione pornografica dei corpi è quella del modello reality e della subalternità al mercato. Almeno uscendo da uno spettacolo del genere si comincia a pensare».
by Valentina Cosimati
published on Liberazione del 28 giugno 2007 con il titolo 'Biennale, il porno Gesù fa scandalo'
«Porcate da guardoni», «oscenità in luogo pubblico», «gravissimo attentato contro i milioni di Cattolici italiani, ma soprattutto contro la divina Persona del Santissimo Salvatore», «etnocidio», «blasfemia che si vuol far passare come arte», «spettacolo osceno e anticattolico», sono solo alcuni dei commenti a Messiah Game del provocatorio coreografo tedesco Felix Ruckert, che ha scatenato le richieste di censura preventiva da parte di vari soggetti della Cdl.
Alcune associazioni cattoliche hanno chiesto che venisse imposta la scomunica, il Patriarca di Venezia ha ribadito in più occasioni che si sarebbe mosso per evitare la messa in scena dello spettacolo, affinché venisse rispettata la "dimensione sociale della libertà".
«Questo spettacolo "non s'ha da fare" - ci ha detto Piergiorgio Stiffoni, il senatore della Lega Nord che ha presentato un'interrogazione parlamentare al Ministro Francesco Rutelli per vietare lo spettacolo in questione - perché si tratta solo oscenità in luogo pubblico e nient'altro che vilipendio criminale della religione cattolica».
Luca Volonté dell'Udc ha parlato di blasfemia intenzionale tesa ad offendere i cristiani e i cattolici «come fa a non esserci disprezzo della cultura cattolica - ci ha detto Volonté - se un regista rappresenta l'ultima cena con immagini pornografiche?».
La federazione di Venezia e i gruppi consiliari comunale e regionale di Rifondazione hanno lanciato un appello affinché sia «assicurata la concreta partecipazione di tutti alla vita artistica e culturale» ribadendo la «necessità di estendere questa fondamentale libertà a tutti».
Durante la conferenza stampa di presentazione dello spettacolo, una delegazione di Lega, UdC, Alleanza Nazionale ha distribuito un volantino annunciando azioni di protesta a sorpresa.
La sorpresa intanto l'ha fatta il direttore della Biennale Danza Ismael Ivo andando a stringer le mani ai contestatori, presentandosi con estremo garbo e con una grazia che li ha lasciati un po' stupiti. Il dibattito nella sala stampa sembra sospendersi per qualche istante mentre il nerissimo direttore della Biennale Danza, entrato nell'occhio del ciclone con questa quinta edizione dedicata al tema Eros e Corpo, dà il benvenuto ai contestatori prima di lanciarsi in un appassionato discorso sulla libertà. «Negare la visione, bruciare libri, è il primo passo verso il rogo delle persone. L'arte - ha affermato Ismael Ivo - è la cucina della libertà, attraverso di essa si può rivedere e rivalutare la cosa più bella che c'è tra noi in quanto umani. Sfortunatamente questo mondo non è perfetto ed è importante aprire ogni volta un confronto e una discussione, lasciamo che l’arte sia uno specchio del tempo. Il corpo in questo momento è un grande tabù. C’è una mercificazione del sesso ma l’eros e la ricerca più alta della spiritualità attraverso la danza, espressione di poesia in movimento, fanno paura, spaventano. Io spero che questo spettacolo sia un momento di confronto per tutti, nel rispetto più assoluto delle differenze».
«Per quanto ci riguarda - ha commentato Migliore - si può anche criticare ma richiedere la censura rappresenta la frattura evidente tra una certa politica e la società. Posso capire che qualcuno possa sentirsi anche offeso, ma da qui a chiedere la censura c'è un abisso. Se così fosse, saremmo in uno stato confessionale non laico. Per fortuna - ha proseguito il capogruppo alla Camera di Rifondazione - non abbiamo stati confessionali in cui la religione si traduce in legge e questo dovrebbe essere visto da tutti come un dato positivo. La ricerca espressiva nella danza è molto profonda e attraverso l'espressione che vede nel corpo teso verso il raggiungimento del sublime l'espressione massima della produzione artistica. C'è un lucido pensiero reazionario - ha spiegato Migliore - nelle posizioni espresse da Scola e dalla gerarchia ecclesiale, che riflettono una chiara volontà di tornare ad un tempo in cui il corpo era identificato con il "peccato". Dopo tanti secoli di mortificazione del corpo, ed in particolare di quello della donna, non si può tornare indietro e cercare di attuare un controllo sull'eros. Scola è propugnatore di una cultura reazionaria di chiusura estrema nei confronti delle libertà individuali tanto sul terreno dell'espressione artistica che su quello sociale e politico. Si vuole esercitare - ha chiarito Gennaro Migliore - un controllo sul corpo delle donne con la legge 40 e con tutte le pratiche che riguardano la contraccezione, con la regolamentazione delle unioni civili e dell'interruzione di gravidanza. Questa polemica è espressione di un pensiero politico culturale organizzato che tende a farsi valere in una società ormai ampiamente secolarizzata. E poi spero davvero che di spettacoli di questo tipo ce ne sia sempre di più, perché la vera mortificazione pornografica dei corpi è quella del modello reality e della subalternità al mercato. Almeno uscendo da uno spettacolo del genere si comincia a pensare».
by Valentina Cosimati
published on Liberazione del 28 giugno 2007 con il titolo 'Biennale, il porno Gesù fa scandalo'
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