15.5.07
Andrea Rivera: "Io terrorista? Macché sono solo un menestrello"
Il musicista questa sera all'Alpheus di Roma, poi in tournée.
Andrea Rivera è un busker, un cantastorie romano che si è fatto scomunicare e dare del terrorista per dichiarazioni all’apparenza innocue. Nel giro di pochi giorni il suo nome è rimbalzato su tutti i media nazionali. Lui, sorpreso da tutto questo trambusto, ha proseguito insieme a Lisa Lelli la sua attività di animatore delle serate trasteverine e di canta-attore del popolo della capitale con una una serie di spettacoli all’Alpheus (15 maggio), all’Auditorium Parco della Musica il 20 maggio, alla notte bianca di Cesena il 26 maggio, al The Place (31 maggio) e a giugno al Circolo degli artisti, di ritorno nella sua città. In preparazione ha un nuovo disco, in uscita a ottobre. “Sono solo canzonette”, assicura.
Con le dichiarazioni del primo maggio hai creato un gran polverone, ora c’è stato il ‘family day’. Pensi che sia scandaloso chi difende la famiglia ‘naturale’ contro le minacce di altre forme di famiglia ‘contronatura’?
Non ho paura del family day, al massimo dell’opus dei… Comunque, il 12 maggio è l’anniversario del referendum sul divorzio e dell’assassinio di Giorgiana Masi. Per me non è scandaloso che vi sia stata una manifestazione promossa dalla curia. Lo scandalo è che sia stata una manifestazione discriminatoria rispetto all’equiparazione delle coppie di fatto. Dal palco è stato detto che dovremmo proibire il divorzio alla gente che ha figli piccoli, ma forse dovremmo evitare anche ai figli piccoli di avere certi genitori o certi maestri.
Ti riferisci ai reati di pedofilia?
Non solo, ad un’idea di famiglia che non c’è. Il 90% delle violenze sulle donne avviene all’interno delle mura domestiche, molti dei reati di pedofilia vengono commessi all’interno della famiglia. La società è cambiata, che sia evoluta o regredita questo è un altro discorso. Oggi è fondamentale prendere atto di questo cambiamento, ma poi hai idea di quanto costi sposarsi? Per far salire il numero di coppie sposate potrebbero perlomeno cominciare a fare lo sconto dell’8 per mille sul banchetto …
Non mi sembri tanto terrorista, qual è il problema?
Il problema è il voto di scambio tra la classe politica e il ceto cattolico. È stato Gesù a dare l’esempio che la politica e la religione sono entità distinte e separate. Gesù ha dato corpo a questa scissione ed è stato crocifisso, ha dato l’esempio di come la religione si sia divisa dalla politica. Non è andato da Ponzio Pilato a dirgli ‘Caro Ponzio, io ti faccio la moltiplicazione dei pani e dei pesci per un paio d’anni e tu invece di lavarti le mani… sai possiamo accordarci…’ Fosse stato così a quest’ora pregheremmo tutti per Barabba
L'arte quanto ha a che fare con la politica, secondo te?
Quando faccio satira non appartengo a nessun clan politico, sono un menestrello. Vengo dalla strada, dove non c’è pericolo di censura, e sto in mezzo alla gente. È da lì che riesco a cogliere i malesseri e i malumori del popolo, delle persone. Per me la strada è una salvezza perché è neutra, la strada non ha scandali, suscita solo la curiosità di ascoltare qualcuno per quello che dice e non solo per il canale su cui vai in onda.
Il tuo teatro da strada è un po’ particolare. Quando ti esibisci in giro c’è un passaparola sui telefonini della capitale da far invidia a qualsiasi agenzia di PR, credi che questo sia un modo per tornare alle origini del teatro?
Il teatro deve essere strada e la strada deve essere teatro. Giocare di rimbalzo con persone che hanno una vita loro è complicato perché capisci subito se una cosa ‘funziona’ o meno. Un pubblico eterogeneo e senza classe sociale ti aiuta a capire cosa succede veramente nella vita di milioni di persone.
Sei una specie di microfono per quei dettagli di quotidianità come le morti sul lavoro, i bambini in carcere, un po’ come gli straordinari cantautori cui ti ispiri?
Rino Gaetano è la mia grande ispirazione, ma in fondo io faccio solo canzonette, canzoni da strada da cantare sotto la doccia o intorno a un falò sulla spiaggia con una chitarra, un gruppo di amici e un po’ di vino. Magari fanno pensare un po’, ma giusto per il tempo di una canzone.
by Valentina Cosimati
published on Liberazione del 15 maggio 2007
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